Le interviste di Equinozio

Cari amici, oggi iniziamo un nuovo esperimento artistico: le interviste dell’Equinozio.
Ogni lunedì intervisteremo un artista, un musicista, una pittrice, un cantante, una danzatrice… che condividerà la sua esperienza creativa con noi. Un processo di contaminazione artistica in un momento così bisognoso di stimoli.

Oggi per l’intervista del lunedì abbiamo il piacere di intervistare Max Parazzini, visual artist multidisciplinare e poliedrico

Barbara: “Max, parlaci dei tuoi nuovi lavori”

Max: ” Da luglio dell’ anno scorso ho cominciato a lavorare con la stampa su linoleum. Non avevo mai sperimentato ma la stampa mi ha sempre affascinato. Per anni ho fatto arte digitale con la quale ho creato lavori incredibili da collage digitali a video e animazioni e ed elaborazioni fotografiche. Ma negli ultimi anni sentivo che dovevo fare un passo ulteriore avanti. per un paio di ragioni.  L’arte digitale è ormai  diventata un campo inflazionato, molti artisti ne fanno uso e quindi ho sentito la necessità di prendere una svolta. allo stesso tempo sentivo che mi mancava la manualità nel processo creativo. Avevo bisogno della fisicità. Un anno e mezzo fa frequentai un corso di ceramica che mi ha affascinato moltissimo. Lavorare l’argilla ha qualcosa di magico e sorprendente. Ma per una questione di praticità e logistica non avrei potuto continuare a fare le mie creazioni a casa. Ma sentivo sempre di avere una mancanza. La stampa su linoleum mi ha colmato quella carenza.  Non avevo nessuna idea da dove cominciare pensavo che fosse gestibile più della ceramica 

Il primo passo fu comprare il materiale necessario per capire di cosa si trattava. Poi ho guardato molti video tutorial e ho cominciato facendo pratica, sbagliando e tagliandomi le dita che per ora sono salve.

Siccome sono ancora in una fase di apprendimento, ho ancora molto strada per arrivare ad un livello di stile raffinato. Non mi ritengo uno stampatore ne un illustratore, ma anche con la stampa come go sempre fatto con l’arte digitale, l’aspetto importante del mio processo creativo è sperimentare e contaminare. Non sono un purista. Ma interessante come un mezzo e una tecnica a me sconosciuta come questo tipo stampa  mi abbia dato la possibilità di trovare un linguaggio nuovo di espressione che mi permette di esplorare nuovi percorsi  con approccio  piû libero e giocoso.

Uscire dalla zona di comfort mi ha sempre attirato.  Per progredire come artista ho scelto un mezzo tradizionale, curioso, vero?

William Morris diceva che l’artista dovrebbe essere un designer artigiano lavorando con l’uso delle mani. Non ho dimenticato né rinnegato l’arte digitale che è sempre presente, ma la stampa non è assolutamente morta e questo mi solleva molto.”

Barbara: “Max, quali sono le tue fonti di ispirazione?”

Max: “Per i progetti di stampa non ho avuto una particolare ispirazione, sebbene abbia sempre avuto un’adorazione per la stampa. Ricordo alcuni artisti dell’espressionismo che hanno usato le  tecniche con linoleum e/o legno per creare stampe con tratti molto forti che mi hanno sempre colpito.

In generale sono sempre stato appassionato di arte fin da ragazzo. 

Lasciando da parte i grandi maestri celebrati e osannati ho avuto l’interesse di cercare scene artistiche minori e underground, sia del passato che contemporanee. dall’arte fiamminga del 300 400 alla pittura di Crivelli Cosmé Tura, il manierismo per arrivare ad alcune avanguardie. Ho avuto un’infatuazione per la pop art. L’arte contemporanea mi intriga in parte ma a volte fatico a capirla e si riduce in un mero esercizio di stile. Ho abitato per un periodo a NYC ed ero solito fare tour delle gallerie a Chelsea e Lower East Side. Tra le miriade mostre che ho visto ho trovato molta curiosità per gli artisti provenienti dall’Asia. Le opere mi offrivano una sensibiltà e uno stimolo di freschezza e nova che mi lasciavano a bocca aperta. Ma il mio posto preferito era Il Folk Art Museum, per me è un piccolo gioiello nascosto che conteneva cose magnifiche. Una sorta di wunderkammer nel centro Manhattan.

Le opere che ho visto qui di artisti autodidatti, senza una formazione accademica, mi hanno sempre trasmesso qualcosa di potente che arrivavano dritto nel profondo. Erano opere senza mediazioni né compromessi. La purezza era la forza che traspariva da questi lavori. Ecco quello che ho apprezzato allora ed è quello che vado in cerca ora nel mondo dell’arte, qualunque sia lo stile, il  mezzo, e il periodo.”

Barbara: “Che tipo di viaggiatore sei?”

Max: “Sebbene un viaggio al centro della terra sarebbe affascinante, credo che, visto il mio spirito semi nomade degli ultimi anni,  opterei per il giro del mondo in 80 giorni, se fosse più lungo ancora meglio ahaha. 

Non sono per il grande viaggio della vita, perché ho sempre bisogno di andare e scoprire posti nuovi, anche dietro l’angolo, e questo vuol dire nuove culture, abitudini, cibi. Sono attratto dal nuovo e da quello che non conosco anche se mi spaventa in qualche modo allo stesso tempo. Viaggiare senza pregiudizi e paragoni. Farsi risucchiare da quello che ti circonda. A volte non è la destinazione ma il percorso la parte più importante del viaggio. E non deve essere inteso solo quello a lunga distanza 

Vivendo a Londra, tra camminate e i  giri in bici per la città, alla ricerca  di quartieri che non mai visto, osservando l’architettura, ammirando forme, colori e materiali, ma anche l’aspetto socio-culturale. Vivere qui, grazie alle vaste aree verdi che la città offre, mi ha dato anche la possibilità di riconnettermi con la natura. Sembra incredibile che in pochi passi ci si può ritrovare immersi in un bosco, come se si entrasse  in un mondo delle magico. Nonostante questo, Londra non sarà la meta definitiva. la mia necessità di spostamento so che mi porterà ad approdare in qualche altro luogo, vicino o lontano. Chi lo sa. “

Grazie Max… buon lavoro.

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